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'Magnammece 'o pesone' in piazza Miraglia, la convivenza tra suore e occupanti

L'edificio dei servi di Gesù, destinato a diventare un albergo, è stato occupato da due mesi da alcune famiglie. Al quinto piano continuano ad abitare cinque religiose

"Magnammece ‘o pesone", rete per il diritto alla casa, ha occupato da circa due mesi un edificio in piazza Miraglia, appartenente alla confraternita dei "servi di Gesù". Disabitato da due anni eccetto al quinto piano in cui si abitavano e abitano tutt'ora delle suore, era destinato – i proprietari negano, ma gli occupanti parlano addirittura dell'esistenza di un pre-accordo con un imprenditore affittuario – a diventare un albergo.

LE “LAMENTELE” DELLE SUORE - Adesso negli spazi dell'ex convento si trovano famiglie con bambini. In tutto una trentina di persone che prima non avevano un tetto. Il rapporto tra le religiose, cinque donne anziane, ed i nuovi inquilini è salito negli ultimi giorni agli onori della cronaca per alcune dichiarazioni rilasciate dalle prime. Le religiose non accusano gli occupanti, descritti comunque come “persone perbene”, ma pare stiano vivendo con una certa difficoltà il cambio repentino avvenuto nelle loro vite. Lamentano la mancanza di quiete (“ci sono parecchi bambini che giocano”), ricordano come “terribile” il momento dell'occupazione.

PIAZZA MIRAGLIA, PARLANO GLI OCCUPANTI - VIDEO

LA CONVIVENZA - Problemi di una “convivenza” che in realtà non si sta rivelando tanto difficile quanto è stata dipinta da alcuni. Le sorelle non si sono ritrovate da un giorno all'altro confinate in un piano dell'edificio, occupano gli stessi spazi in cui vivevano prima – gli altri quattro piani erano di fatto inagibili – e hanno a disposizione entrata ed uscita indipendenti rispetto alla zona degli occupanti. Insomma, la privacy delle religiose è rispettata. “Anzi, ci hanno chiesto di lasciare aperte delle porte che comunicano con i loro alloggi – ci racconta un'esponente di Magnammece 'o pesone – così da avere un accesso alla scala antincendio”.

TRATTATIVA IN CORSO - Intanto, si è aperto un tavolo di trattativa tra Magnammece 'o pesone, Comune e Curia per trovare una soluzione che possa scongiurare lo sgombero, richiesto dai proprietari (hanno sporto denuncia) il giorno stesso in cui è avvenuta l'occupazione. L'obiettivo della rete per il diritto alla casa, che intanto ha raccolto 5mila firme a sostegno della propria battaglia, è la riappropriazione del centro storico da parte dei napoletani. “Siamo felici della presenza dei turisti in città – spiegano – ma vogliamo continuare ad abitare nei nostri quartieri. Questi edifici sono stati donati alla Curia per fini sociali, non per speculazioni economiche”.

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